Nel periodo in cui fu ospite in albergo il centrocampista nordafricano scarso di piedi ma ricco di dollari (periodo che descriverò dettagliatamente nel libro “c’ero anch’io”) mi colpì lo “stato” di due tate. Erano due giovani ragazze indonesiane che si occupavano dei due piccoli bambini della principessa Amirah, consorte del giocatore. Due ragazze semplici, carine e sempre malinconiche. Non potevano usare il telefono delle camere in cui svolgevano il loro lavoro perché bloccati per ordini “superiori”. Una notte, verso le tre, sorprendentemente una delle due si presentò alla reception e timidamente, in un inglese approssimativo, chiese se era possibile telefonare alla sua famiglia. Mi adoperai immediatamente perché potesse farlo. Era così indifesa ed io ero incazzatissimo per il modo con cui veniva trattata. Onde evitare che i “faccendieri” muscolosi del centrocampista nordafricano scarso ma ricco potessero scoprirla, aggredirla ed infine malmenarla, portai la “tata” nell’ufficio del Direttore dell’hotel. Al sicuro da ogni sguardo potè tranquillamente telefonare ai suoi mentre io le portavo il thè con biscottini e una sigaretta per tranquillizzarla. Mezzora più tardi scese l’altra ed ebbe da me lo stesso trattamento. E così accadde periodicamente, in cambio di ringraziamenti e sorrisi.
Confesso che ho sempre odiato l’arroganza di chi, pur non avendone motivo, segrega, controlla, terrorizza i propri collaboratori. Che poi collaboratori non sembravano. Assomigliavano più a schiavi….
La macchia nera nella storia dell’Udinese. Pozzo ci deve ancora dire il perchè lo ingaggiò!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ci avrà guadagnato soldoni ma che figura!!!!!!!!!!!!! Il figlio di un dittatore con appresso gli schiavi. Puah!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Pozzo è sempre stato sensibile ai dollari. E anche l’albergo deve averci guadagnato un bel pò. Soldi solo soldi. E schiavi.